Geodìmetro s. m. [comp. di geo- e di (stanzio)metro]. – In topografia, distanziometro di grandissima precisione su piccole distanze, utilizzante un fascio di luce modulata, secondo il principio dei radar a modulazione di frequenza.
Il geodimetro utilizza radiazione luminosa modulata a 10 MHz, secondo il principio dei radar a modulazione di frequenza. Questo strumento dà direttamente la lettura in metri e sottomultipli per le distanze e in gradi e sottomultipli per gli angoli, abbinando quindi le prestazioni di un distanziometro e di un teodolite ottico-elettronico. Il geodimetro, nella versione più perfezionata e completamente automatica, può essere usato come teodolite per la lettura di angoli zenitali e azimutali, come strumento combinato per la lettura dell'angolo zenitale e della distanza obliqua oppure per la lettura dell'angolo azimutale e della distanza ridotta all'orizzonte.
Il primo distanziometro elettronico venne inventato nel secondo dopoguerra dallo svedese Erik Bergstrand, che lo nominò "Geodimeter", contrazione della frase Geodetic Distance Meter, da qui il nome.
Il termine “geodimetro” in altre lingue:
Geodimeter (inglese)
Géodimètre (francese)
Geodimeter (tedesco)
Geodimetro (spagnolo)
Jeodimetre (turco)
测地仪 (cinese)
Геодиметр (russo)
測地計 (giapponese)
Fonti:
https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/GEODIMETRO/
https://www.sapere.it/enciclopedia/geodìmetro.html
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