Alcuni materiali hanno fatto sì che il geodimetro avesse la sua grande evoluzione nel corso dei secoli. Il rapido progresso fa sì che già nel 1960 i geodimetri risultino semplificati, ma è nel 1968 che compare sul mercato, costruito in tandem da Wild e dalla francese Sércel (per la parte elettronica), il primo pratico e leggero Distomat DI 10, accoppiabile al teodolite e con portata massima di 1 km, adatto al rilevamento delle poligonali e a quello di dettaglio. La sua costruzione verrà resa possibile dalla scoperta del diodo all'arseniuro di Gallio (1967), che apre le porte alla strumentazione attuale.
Il geodimetro è composto da un trasmettitore provvisto di cannocchiale orientabile, e da un riflettore fornito di uno o più prismi; le sorgenti luminose utilizzate sono lampade a filamento di tungsteno, lampade al mercurio, laser o diodi fotoluminescenti. La stazione totale comprende poi anche un treppiede su cui appoggiare l'oggetto al fine di fissarlo al suolo per permetterne un corretto funzionamento.
Fonte: https://www.geomatica.it/a.pag/un-p-di-storia-pzk4469kzczk478.html
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